Ercole Baldini, soprannominato il treno di Forlì: sarà lui l'atleta premiato quest'anno con il “Recioto d'Oro”. Direttamente dalle mani di Francesco Moser, premiato lo scorso anno, il riconoscimento passerà nelle mani di questo campione del passato, che ha posato una pietra miliare nella storia del ciclismo internazionale.
Baldini, nato a Villanova, un paesino nell'entroterra di Forlì, nel 1933, lascia gli studi a soli 17 anni per dedicarsi completamente a quella che era diventata la sua grande passione: il ciclismo.
Già fra gli Allievi dimostra le sue doti vincendo sei gare, mentre fra i Dilettanti vince poche ma singificative competizioni. Alla fine del '54 batte il record dell'ora. Sarà il commissario tecnico, Giovanni Proietti, a dar esprimere il giovane Baldini ai suoi massimo livelli: nel '56 vince il Campionato Italiano dell'inseguimento al Vigorelli di Milano e il Campionato Mondiale al velodromo Ordrup di Copenhagen.
Ormai il nome di Baldini è entrato di diritto fra quello dei campioni, ma ha ancora molte sorprese in serbo: nel '58 vince il Giro d'Italia ed è Campione del Mondo dei professionisti, mentre nel '59 batte il record dell'ora al Vigorelli e vince la prova su strada alle Olimpiadi in Australia, solo per ricordare alcuni dei suoi più prestigiosi risultati.
Ma la storia dell'uomo e dell'atleta Baldini non termina con il suo ritiro dalle corse come atleta, dal '64 viene apprezzato come Direttore Sportivo, Presidente della Lega dei ciclisti e valido collaboratore di Veerbruggen, presidente dell'UCI, mentre come uomo fonda un'associazione, con lo scopo di diffondere la cultura ciclistica fra i giovani, ponendosi inoltre come punto di riferimento per quanti, svantaggiati o portatori di handicap, possono trovare nello spirito sportivo un sollievo ai propri disagi.